Gli strumenti della programmazione e della coprogrammazione sociale alla luce della recente approvazione da parte di Regione Lombardia delle Linee di indirizzo per lo sviluppo dei poli territoriali delle ASST e delle linee di indirizzo per la programmazione sociale territoriale per il triennio 2025-2027, sono stati oggi al centro degli interventi degli esperti di Anci Lombardia, Luciano Gallo ed Ettore Uccellini, nel corso del primo dei due incontri di approfondimento organizzati da Anci Lombardia in collaborazione con ANCI Lombardia Salute e NeASS Lombardia.
L’incontro di venerdì 14 giugno ha infatti proposto un focus sulla programmazione di settore e la co-programmazione inserite nel vigente quadro normativo.
Perché coprogrammare? A questo primo quesito ha risposto in apertura dei lavori Anna Meraviglia, Coordinatrice del Dipartimento Welfare di Anci Lombardia: “E’ importante programmare e coprogrammare non solo perché lo strumento è fortemente richiamato nelle nuove Linee guida regionali che oggi andiamo ad analizzare, ma perché riteniamo che la programmazione sia la chiave di volta per condividere obiettivi di sviluppo tra gli attori istituzionali con tutte le componenti delle comunità locali. Condividere la lettura dei bisogni è un’occasione spettacolare per i territori che siamo fiduciosi sempre più coglieranno. Se oggi verrà affrontato il tema dell’inquadramento giuridico, dell’opportunità e della visione dell’utilizzo dello strumento della coprogrammazione, nel prossimo incontro del 21 giugno analizzeremo il tema del metodo”.
Meraviglia ha portato i saluti di Anci Lombardia Salute ringraziandola insieme a NeASS per la collaborazione. Ha inoltre richiamato l’attenzione sulla recente tornata elettorale che in Lombardia ha portato al voto circa 960 Comuni con la conseguente complessità che ne deriva per i nuovi eletti, e sull’importanza della visione strategica che l’amministrazione ha per lo sviluppo della propria comunità.
“Questa iniziativa si inserisce nell’ambito della collaborazione che abbiamo sottoscritto con Anci Lombardia” ha spiegato Dario Colombo della segreteria NeASS. “Le Aziende consortili sono presenti su 35 ambiti in Lombardia per questo abbiamo voluto esserci oggi, credo sia un’occasione importante perché si delinea un percorso diverso rispetto agli anni precedenti”.
“In venti anni di programmazione abbiamo fatto tanto lavoro ed è importante oggi avere consapevolezza del nuovo strumento a disposizione” ha sottolineato Ettore Uccellini, che ha passato in rassegna lo sviluppo della programmazione a partire dal Codice del Terzo Settore, la legge 328 del 2000, che metteva al centro il principio di sussidiarietà, con il comma 1, in particolare, che si soffermava sui principi di sussidiarietà, cooperazione, efficacia, efficienza ed economicità, principi che le Amministrazioni sono tenute rispettare con il coinvolgimento degli enti del terzo settore attraverso le funzioni della programmazione e organizzazione a livello territoriale. Si tratta di una disposizione della legge 328 – ha sottolineato – che costituisce un principio fondamentale della Costituzione.
Tra la normativa di riferimento passata in rassegna, anche il Dpr 3 maggio 2021, che parla di programmazione partecipata come strumento non meramente amministrativo, ma come strumento che concentra l’attenzione sui bisogni e sulle opportunità da garantire valorizzando fattori e risorse specifiche delle comunità.
Nella ricostruzione dell’istituto della programmazione, Uccellini ha ricordato il ruolo avuto dai tavoli tematici previsti dalle precedenti Linee guida regionali per la programmazione sociale che hanno fatto la storia dei Piani di zona. Le nuove linee guida provano a sviluppare insieme la programmazione sociale e sociosanitaria, “un passaggio importantissimo che esprime la volontà politica di portare all’effettiva integrazione delle due componenti del sistema”.
Come potenziare quindi l’istituto della copragammazione? Nel contesto della nuova triennalità 2025-2027 l’obiettivo è valorizzare i percorsi consolidatisi negli ultimi dieci anni, anche attraverso l’utilizzo degli strumenti forniti dal Codice del Terzo Settore. Inoltre, richiamando le indicazioni contenute nelle precedenti Linee di indirizzo per la programmazione zonale 2021-2023, nel Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali, nel Piano Nazionale per la Non Autosufficienza e, infine, negli Indirizzi di programmazione del Sistema sanitario regionale, per l’anno 2024 si rileva l’importanza, ai fini della programmazione zonale degli Ambiti, della realizzazione dei LEPS, del potenziamento dell’integrazione sociosanitaria e di implementare percorsi formalizzati di coprogettazione e co-programmazione con gli Enti del terzo settore.
Luciano Gallo nel suo intervento ha messo in relazione la normativa su Piani di zona, il Codice del Terzo Settore e la normativa sui procedimenti amministrativi. Tanti i temi toccati: le modalità di coprogrammazione del Piano di zona, l’attivazione di una istruttoria condivisa con gli enti di terzo settore, la necessità di realizzare procedimenti di coprogrammazione amministrativi corretti, solidi, utili ed efficaci.
“Oggi con Anci Lombardia, Anci Lombardia salute e NeASS abbiamo approfondito un tema di grande attualità alla luce delle linee guida regionali sui Piani di sviluppo dei Poli Territoriali e sulla programmazione sociale zonale, nella parte in cui le linee guida regionali esplicitano in modo netto il rinvio e il richiamo non solo alla coprogettazione, che era stato fatto già nelle precedenti triennalità, ma soprattutto alla coprogrammazione” ha spiegato Gallo.
“Lo scopo di questa giornata di approfondimento è quello di vedere non solo le fatiche di questo processo dei tavoli di coprogrammazione, ma anche le grandi opportunità perché coprogrammare significa entrare dentro il procedimento facendolo insieme agli enti di terzo settore; la decisione resta alla pubblica amministrazione, che tuttavia si arricchisce dei contributi di sapere, di proposta di reti formali e informali e quindi il Piano diventa davvero più lungimirante ed effettivo perché tiene conto anche del sapere dei soggetti che direttamente operano non solo sul piano dell’ideazione, ma soprattutto anche della gestione. Lo scopo odierno è quindi capire come mettere a terra procedimenti corretti da un punto di vista amministrativo, ma capaci di generare impatto e creando legami di fiducia nei territori, e da questo punto di vista diventa anche centrale, strategico, intenzionale mettere insieme la dimensione della programmazione con la dimensione della gestione, perché il Codice dei Contratti Pubblici esplicita l’obbligo di programmare i servizi su base triennale”.